venerdì 18 novembre 2011


clausole vessatorie per l'esistente

volevo dirti che tutto questo io lo faccio solo se riesco a scamparti a oltranza, se il fiato sul collo prima o poi se lo sente qualcun altro addosso, se davvero non è che si muore ma si passa a esistere da un'altra parte, magari non a esistere ma al semplice fluttuare di un corpo che finalmente non si muove, se queste clausole vessatorie sono davvero in grado di darmi beatitudine, se questa beatitudine non è alibi o presupposto ma soltanto scorrere e scorrere del sangue dall'aorta alla vena in un bilanciamento di organi cavi che sovverta ogni possibilità di malfunzionamento idraulico, se non esiste possibilità dell'ostruzione o esistendo l'idraulico non verrà per spillare unicamente del denaro, se torniamo a considerare il denaro come nel medioevo e non ne facciamo un problema di modernità o peggio ancora di religione o capitale, o se magari tornando al baratto riscoprissimo il piacere di scambiarci quarti di vacca e polli vivi, se questa breve voce è breve e fa sorridere di noia o di pietà, se la voce personale ormai si sente proprio perché corrosa, se non vedi mai la necessità di mettere l'apostrofo a qualcun altro per puntualizzare la sua poca attitudine all'esistenza, se non continuiamo a persistere negli alvei bancari di quest'impropria matrice permanentemente squarciata in mezzo al ghiaccio che siamo, se e soltanto se mi dici che potrò terminare questa frase, se il mio stato non è terminale ma è solo un modo di dire, se da domani possiamo fare qualcosa di nuovo, se vedi che il tuo vicino un giorno non sta come al solito con la faccia vicina al parapetto pronto a guardare quello che farai, se vorrai smettere di fare qualsiasi cosa, se vorrai smettere di farlo insieme a qualcuno che ti è vicino perché sennò cosa smetti a fare, se non avrai problemi a dire che invece questo lo vuoi fare, se senti che non c'è niente di male, che non può esserci niente di male nello scappare dall'esistere al fluttuare, se non c'è che una sostanza di cui tutti parlano e in cui nessuno guarda, se tutti finalmente si versassero lì dentro e facessero a meno delle clausole, se l'esistente non fosse qualcosa da cui scansarsi continuamente, se ricordando nostra morte corporale tutto fosse predisposto in modo da farci venire in mente qualcos'altro.

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